ACCETTATE IL CONSIGLIO (18) - La legge sulle spiagge va in secca. Non è un governo balneare di Massimiliano Lussana

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24/01/2018

Ci sono voluti esattamente dodici minuti, comprensivi di quelli necessari anche per bocciare una legge della Regione Basilicata, peraltro alta e nobile, sul tema "Disposizioni per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e la piena accessibilità delle persone sorde alla vita collettiva" e per non impugnare altre diciotto leggi regionali, due delle quali liguri.

E vale la pena di riportare integralmente cosa è successo, con il comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, venerdì 12 gennaio 2018, alle ore 12.15 a Palazzo Chigi, sotto la Presidenza del Presidente Paolo Gentiloni. Segretario la Sottosegretaria alla Presidenza Maria Elena Boschi.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, ha esaminato ventuno leggi regionali, deliberando

- di impugnare:

1. la legge della Regione Liguria n. 25 del 10/11/2017, recante “Qualificazione e tutela dell’impresa balneare”, in quanto alcune norme che riguardano l’assegnazione delle concessioni balneari marittime alle imprese balneari liguri si pongono in contrasto con la disciplina europea, pregiudicando altresì la libera concorrenza. Ne consegue la violazione dell’art. 117, primo comma e secondo comma, lettera e), della Costituzione;

2. la legge della Regione Liguria n. 26 del 10/11/2017, recante “Disciplina delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative”, in quanto alcune norme, configurando un regime di preferenza per i soggetti titolari di concessioni in atto si pongono in contrasto con il diritto europeo e con la disciplina nazionale in materia di concessioni, in violazione dell’art. 117, primo comma e secondo comma, lettera e), della Costituzione".

Ecco, fin qui il testo. E, per correttezza, va anche raccontato che durante il dibattito di novembre di approvazione di quelle due leggi, alcuni consiglieri in aula e in particolare i rappresentanti del MoVimento Cinque Stelle avevano paventato la bocciatura, ma solo della seconda legge.

Luca Garibaldi, del Pd, ipotizzando l'impugnazione, aveva spiegato "vedremo i correttivi, se mai ci saranno richiesti, ma è comunque un passo in avanti" e la capogruppo pentastellata Alice Salvatore era stata facile Cassandra spiegando: "Questa proposta di legge, così come formulata, verrà impugnata dal governo. Noi riteniamo che in questo momento la serietà istituzionale inviterebbe semmai a creare un dialogo con il governo e ancora una volta una legge della giunta Toti sarà impugnata".

Quello che però Alice non sapeva - e si era trovata d'accordo per una volta con l'assessore Marco Scajola, evento rarissimo - è che sarebbe stata impugnata anche la prima delle due leggi, quella su "Qualificazione e tutela dell'impresa balneare", votata anche dal MoVimento Cinque Stelle.

E invece.

E invece niente da fare, impugnata pure quella.

Tanto che ha avuto gioco facile ed è difficilmente contestabile la posizione di Angelo Ciocca, europarlamentare leghista eletto nel NordOvest - Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta - sempre attentissimo alle virgole, tanto da scalare le classifiche di produttività di Strasburgo e Bruxelles nonostante sia subentrato a metà legislatura, risultando uno dei più attivi di tutto l'Europarlamento e di tutte le nazioni.

"Il governo - ha attaccato Ciocca - tira dritto sulla propria strada quando si tratta di prorogare le concessioni che riguardano interessi forti come il gioco d'azzardo e lotterie istantanee, mentre parla di regime di preferenza per i bagnini titolari delle concessioni in atto. Un'azione politica che cambia a seconda dei casi e che ancora una volta strizza l'occhio ai poteri forti. E' proprio il caso di dire che, con questa azione, il governo Gentiloni è arrivato all'ultima spiaggia".

Tutto si potrà dire a Gentiloni, insomma.

Ma non che il suo è un governo balneare.