Liguria ai massimi livelli di capacità fiscale

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17/11/2014

Contro la media nazionale di 604 euro pro capite, la Liguria, prima in Italia, tocca gli 878 euro. Grasso (Confartigianato): «Livello alto anche rispetto alle regioni del Nord, a parità di soddisfazione per i servizi offerti: ulteriore conferma di un fisco troppo vorace»

Sono i Comuni liguri a distinguersi per la maggiore capacità fiscale d’Italia: 878 euro per abitante, contro la media nazionale di 604 euro. L’indicatore è al centro dello studio svolto su 6.700 Comuni delle regioni a statuto ordinario da ministero dell’Economia e delle Finanze, Ifel Fondazione Anci e Sose, Soluzioni per il Sistema economico, e analizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato.

La capacità fiscale indica il valore massimo del gettito da entrate proprie prodotto da un ente locale. Un dato da non confondere con lo sforzo fiscale, cioè la misura della capacità massima di un governo locale di usare la propria autonomia tributaria. Secondo il d.l. 16 del 2014, i Comuni italiani, a partire dal 2015, riceveranno il 10% del Fondo di solidarietà comunale sulla base proprio delle capacità fiscali e dei fabbisogni standard degli enti, cioè i veri e propri “bisogni” dei Comuni calcolati in base alle singole caratteristiche sociali, economiche e demografiche. Un sistema perequativo che dovrebbe garantire un livello standard in tutta Italia dell’offerta di servizi pubblici essenziali, come il trasporto pubblico locale, l’istruzione e la sanità.

«Il dato ligure– spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – non solo è di molto superiore a quello del Mezzogiorno, ma stacca di gran lunga anche il Nord, dove ci sono regioni come Lombardia e Piemonte note per la qualità dei servizi pubblici offerti ai cittadini e alle imprese. Come avevamo già sottolineato in passato, la Liguria, rispetto a queste due regioni, fa pagare in media tariffe del 20% più alte, a parità di soddisfazione degli utenti: un’assurdità che dimostra ancora una volta la voracità del fisco nei confronti dei nostri cittadini e delle nostre imprese, sulle quali pesano tasse troppo gravose in questo periodo di crisi, a cui si aggiungono anche i danni provocati dal maltempo». Subito dietro alla nostra regione, troviamo il Lazio, con 714 euro di capacità fiscale pro capite, mentre l’Emilia-Romagna è terza con 700 euro. Segue la Toscana, con 677 euro, e la Lombardia, al quinto posto con 644 euro. Il Piemonte, nella classifica del Mise, si colloca addirittura al sesto posto, con 237 euro di differenza rispetto alla Liguria. I valori più bassi di capacità fiscale si registrano invece nei Comuni della Basilicata (387 euro), Calabria (401) e Campania (429). In generale, al di sopra della media nazionale dei 604 euro si collocano i Comuni molto grandi, oltre i 100 mila abitanti, oppure quelli molto piccoli, con meno di mille abitanti.

A pesare fortemente sugli 878 euro rilevati in Liguria sono i 487 euro di capacità fiscale relativa a Imu e Tasi: anche in questo caso il dato corrisponde al maggior valore in Italia (che in media sfiora i 290 euro). Tra le altre componenti, la capacità fiscale dell’Addizionale Comunale Irpef, quella relativa ai tributi minori e alle tariffe (come l’imposta di soggiorno, di sbarco o sulla pubblicità, oppure la tassa sull’occupazione di spazi pubblici) e quella per il settore “raccolta e smaltimento rifiuti”. Infine, pesa anche il 5% del tax gap Imu (la differenza tra la raccolta potenziale, cioè quello che per legge dovrebbero versare i contribuenti, e quella effettiva della tassa sugli immobili, quindi quella effettivamente pagata). Si tratta di valori che vedono ancora una volta la Liguria ai primi posti: è prima con 191 euro per quello che riguarda i rifiuti, mentre sulle altre componenti (137 euro di tributi residuali e 59 euro di Aci) è quasi pari alla Lombardia (rispettivamente 138 e 61 euro).

Infine, osservando il metodo utilizzato, le capacità fiscali delle imposte Imu-Tasi e Aci sono state ottenute con il Representative Tax System: un metodo, particolarmente accurato, che oltre a calcolare l’ammontare delle entrate tributarie che un ente locale potrebbe potenzialmente ottenere date le basi imponibili e l’aliquota fiscale legale, consente anche di separare la componente strutturale del gettito da quelle che dipendono dalle scelte di politica fiscale.