Coronavirus, la Confartigianato contro lo stop alle pasticcerie artigiane: "Assurda discriminazione"

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02/04/2020

Niente uova, colombe e specialità di pasticceria artigiana sulle tavole pasquali. Ne vieta la vendita un’interpretazione governativa del Dpcm 11 marzo 2020 in materia di contenimento dell’emergenza Covid-19 in base alla quale le imprese artigiane di pasticceria, obbligate alla chiusura, non possono vendere i loro prodotti nemmeno attraverso la modalità di asporto che è consentita invece ad altre attività.

Secondo Confartigianato, lo stop alla produzione e vendita delle pasticcerie rappresenta una assurda discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione ai quali è invece permessa la commercializzazione di prodotti dolciari.

Confartigianato ha stimato che alle 24mila imprese di pasticceria e gelateria, il 70% delle quali artigiane, con 74mila addetti, la chiusura ad aprile provoca perdite per 652 milioni di euro, tra mancato fatturato e perdite legate ad deperimento delle materie prime acquistate precedentemente alla sospensione forzata.

La Confederazione si è rivolta al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, sollecitando un intervento tempestivo che faccia chiarezza nelle interpretazioni governative, stabilisca omogeneità di applicazione delle norme in tutto il territorio ed eviti incomprensibili disparità di trattamento tra attività con Codici Ateco diversi ma produzioni simili.

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