Telefonini e privacy, a che punto siamo?

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28/08/2019

Tre italiani su quattro, tra i 15 ed i 74 anni, utilizzano uno smartphone. Di questi, però, solo il 37% ha limitato l’accesso ai propri dati personali alle app che ha installato. Un dato inferiore di oltre venti punti percentuali rispetto alla media europea che ci pone al terzultimo posto nell’Unione: peggio di noi fanno solo Bulgaria (35%) e Repubblica Ceca (24%). Questi sono i dati che emergono da uno studio di Infodata: l’Italia è ultima per quanto riguarda la limitazione dell’accesso ai dati personali.
Senza arrivare a citare il caso Cambridge Analyitica né ricordare come i dati personali possano essere utilizzati per influenzare i comportamenti, a cominciare da quelli d’acquisto, questo dato è il segnale di una scarsa consapevolezza digitale. Consapevolezza che è più diffusa tra i giovani che tra gli anziani: il 47% degli utenti smartphone italiani ha infatti limitato l’accesso ai dati personali consentito alle app installate. Cosa che ha invece fatto appena il 18% di chi ha tra i 65 ed i 74 anni. 
Negli altri Paesi dell'Unione Europea, la situazione è molto diversa: in Francia il 77% di chi possiede uno smartphone non consente di accedere ai propri dati alle app installate. Emblematico è poi il confronto tra Germania e Italia: due nazioni con la stessa percentuale di utilizzo di smartphone (il 77 contro il 76% della popolazione), ma con una tutela ben diversa dei dati: il 75% dei tedeschi limita l'accesso all'utilizzo dei propri dati (contro il 37% degli italiani).