Mercati esteri, il Made in Italy cresce del 2,7% nel primo semestre

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20/08/2019
Le esportazioni di prodotti italiani mantengono il segno positivo e nel primo semestre dell’anno fanno registrare un aumento del 2,7%, con uno scatto del +3,2% nei mercati extra Ue. Le nostre performances sono messe in evidenza dall’Ufficio studi di Confartigianato che rileva il forte contributo all’export made in Italy delle micro e piccole imprese: l’incidenza sul PIL delle esportazioni dirette delle imprese manifatturiere fino a 50 addetti è infatti pari al 3,5%, il doppio dell’1,7% della media UE.
Tra i nostri migliori clienti nella prima metà del 2019 vi è il Giappone dove l’export di prodotti italiani è aumentato addirittura del 17,3%. Segue la Svizzera con una crescita dell’11,2%. I timori di una Brexit senza accordo sta favorendo il nostro export nel Regno Unito dove. tra gennaio e giugno,  gli acquisti di prodotti italiani sono cresciuti del 9,5%.
Tendenza positiva, e superiore alla media, anche per Stati Uniti (+7,7%), Belgio (+5,6%), India (+5,1%) e Austria (+2,8%). Più contenuta la crescita delle nostre esportazioni nei Paesi Bassi (2,6%), in Francia (+2,5%), Romania (+1,3%) e Spagna (+1,2%). Al di sotto del punto percentuale la Germania, primo mercato del made in Italy, con un aumento delle nostre esportazioni che si ferma allo 0,9%. Sono in territorio negativo le vendite sul mercato tedesco per apparecchi elettrici (-5,2%), sostanze e prodotti chimici (-4,3%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli (-2,5%), metalli di base e prodotti in metallo (-2,3%), legno e carta (-1,1%),
Nei primi sei mesi dell’anno rimangono in positivo le esportazioni verso Repubblica ceca (+0,8%), Russia (+0,4%) e Cina (+0,3%). All’opposto, si registra una diminuzione dell’export verso Polonia (-4%) e Turchia (-16,8%).
L’analisi per aree evidenzia come il buon andamento del mercato statunitense traina l’America settentrionale (+7,9%); in positivo Asia centrale e orientale (+5,4%), Africa centro meridionale (+3,4%), Paesi Ue (+2,3%) e Paesi europei non Ue (+1,9%). Con il segno negativo l’export in America centro-meridionale (-2%), Medio Oriente (-4,2%) e Africa settentrionale (-4,3%). I cali in queste ultime due aree chiave per la fornitura di energia all’Italia si associano alla pesante diminuzione (-10,5%) dell’export verso i paesi dell’Opec.