Sindoni (edili) "La crisi e' sempre più grave. Servono risposte da governo ed amministrazioni locali"

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17/12/2013

E' stato del 56,2% il calo del numero degli operai del settore dell'edilizia dal 2010 (4.706) ad oggi (2.059). Il dato, emerso dalle analisi della Cassa Edile di Imperia, testimonia il gravissimo stato di crisi che sta vivendo la categoria. Nel 2013 la situazione ha assunto una deriva ancora più preoccupante con un calo, nei soli ultimi 12 mesi, del 24%.

Il trend negativo riguarda inevitabilmente anche il numero delle imprese iscritte, passate dalle 712 del mese di ottobre 2011 alle 566 del settembre 2013 (-20%). La causa è stata la diminuzione delle ore lavorate, scese negli ultimi tre anni del 32,4% (-19,5% nel solo ultimo anno).

"Questi dati indicano, purtroppo molto chiaramente, come l'edilizia sia il settore che, specialmente nel nostro territorio, ha maggiormente pagato questa crisi economica - ha detto il presidente degli edili della Confartigianato di Imperia Antonio Sindoni - in termini di perdita di posti di lavoro, con un drastico calo delle ore lavorate, del numero degli operai e dei salari”.

In questo quadro la provincia di Imperia risulta essere, infatti, quella più colpita in Liguria per quel che riguarda le percentuali relative alla diminuzione di imprese, operai e ore lavorate, con numeri in negativo generalmente superiori di dieci punti rispetto alla media regionale.

"Se il Governo nazionale e le Amministrazioni locali, ognuno per le proprie competenze, non prendono una posizione chiara e non assumono gli adeguati provvedimenti, la situazione peggiorerà sempre di più con gravi rischi a livello economico, occupazionale e quindi sociale - ha aggiunto Sindoni - Serve un deciso scatto in avanti, con decisioni che vadano incontro alle imprese per una semplificazione burocratica e un alleggerimento dell'ormai insostenibile peso fiscale. Le Istituzioni devono prendere consapevolezza di questo quadro e dare risposte concrete, favorendo l'imprenditoria e la circolazione del denaro a vantaggio di tutto il sistema produttivo e sociale".

Da non sottovalutare poi la mancanza in tanti comuni del Puc. Servono anche procedure di legge che favoriscano le piccole e medie imprese locali sugli appalti pubblici. E’ quindi quanto mai necessario alleggerire il costo del lavoro, semplificare le fasi burocratiche ed avviare studi di settore tendenti a diminuire la non più sostenibile pressione fiscale, che rischia di creare una grave destabilizzazione sociale.

Non è possibile continuare ad assistere a gesti disperati ed estremi, compiuti da parte di imprenditori, dovuti a problemi economici. Provvedimenti seri ed incisivi di sostegno alla nostra economia vanno adottati subito e con grande senso di responsabilità.